Se il 2017 ha portato grandi numeri, dovete stare pronti ad aspettarvene altrettanti per il 2018: ecco qualche informazione sulle nazioni migliori in cui investire per l’export durante quest’anno, secondo quanto riportato da “Il Sole 24 Ore”.
I primi 9 mesi del 2017 hanno visto un valore dell’export pari a 331 miliardi di €, ma le previsioni parlano di una crescita annua del 4% ed un traguardo di 490 miliardi per il 2020. Come è normale che sia, l’incremento sarà inoltre più elevato dove oggi è più bassa la quota dell’export italiano. Altro fattore da non sottovalutare è che non può esistere un unico profilo di export ed i dati che andremo a comunicare sono da declinare in base ai settori.
Per il 2018 la scelta più sicura e conservativa è quella di puntare sui vecchi partner, quali Germania, Francia e Stati Uniti; ma un’altra scelta ponderata, basata sull’incremento del 2016 e i primi 9 mesi del 2017, sarebbe quella di spostarsi su Spagna, Polonia e Repubblica Ceca.
Per chi vuole azzardare un po’ di più, Ice (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane) stima una crescita per la Cina, Russia ed Emirati Arabi. Se si è dei veri scommettitori altre mete da tenere in considerazione sono Indonesia, Messico e Ghana.
Sace, società che sostiene le imprese italiane nel loro processo di crescita e internazionalizzazione, ha individuato anche altre nazioni in cui si prospetta un potenziale di crescita, quali India, Sudafrica, Qatar e Perù. Il Governo e Ice invece hanno già programmato azioni su altre piazze come Brasile, Giappone, Marocco, Tunisia e Kenya.
Qual è la situazione italiana?
Per quanto riguarda l’export, l’Italia è solitamente ben posizionata per i beni tecnologici, ma ci sono ancora ampi margini di crescita ad esempio in Asia. In linea generale comunque, per chi produce beni di investimento e strumentali le nazioni di frontiera sono la vera occasione, per agevolare l’industrializzazione con tecnologie di qualità più elevata. È diverso invece il panorama per i beni di consumo, dove si trovano quote di export alte nei paesi tradizionali, ma ancora basse nei paesi più dinamici, con grande potenziale demografico e soprattutto molto inclini all’e-commerce.
Di chi stiamo parlando?
Di Cina, Indonesia, Vietnam, Filippine, Malesia e Messico.
Il 2018 e gli anni a venire si prospettano quindi come gli ideali per ampliare la propria visibilità all’estero e, perché no, iniziare a vendere online anche verso quei mercati in forte espansione e così propensi agli acquisti sul web.