Mentre per quanto riguarda la banda larga la copertura del suolo italiano è pressoché totale, per la copertura ultrabroadband gli obbiettivi per il 2020 (ossia portare i 30 Megabit al secondo a tutti gli italiani entro il 2020) non sono facilmente raggiungibili. Attualmente solo sei regioni (Lazio, Liguria, Emilia Romagna, Campania, Trentino-Alto Adige, Veneto) sono sopra la media nazionale per la copertura della banda ultralarga; tutto il resto del territorio italiano è al di sotto della media, e la mancanza è totale in Molise e Basilicata.
Nel 2013 si è verificata un’accelerazione delle coperture (sia di rete fissa sia di rete mobile) e i principali operatori hanno confermato il loro impegno per realizzare piani di ulteriore sviluppo delle coperture ultrabroadband. Nel contempo, per quanto riguarda la banda larga, si sono sviluppate coperture radio che consentono di arrivare al 96% della popolazione, mentre il Piano Nazionale Larga Banda ha l’obbiettivo di garantire entro l’anno la copertura totale del territorio italiano con una velocità di almeno 2 Mbps.
Secondo i dati Between, considerando rete fissa e mobile, a fine 2013 la banda ultralarga copriva solo il 41% del suolo nazionale; considerando solo la parte fissa, invece, si ha una copertura della popolazione pari soltanto al 20%, il che colloca il nostro paese praticamente in fondo alla classifica europea.
Telecom e Fastweb sono pronti a investire rispettivamente 1,7 miliardi e 0,4 miliardi di euro per raggiungere una copertura del 50% e del 20% della popolazione entro il 2020. Vodafone, invece, punta ad assicurare entro il primo trimestre del 2017 una copertura del 29%. Appare chiaro, tuttavia, che senza un ruolo forte del Governo gli obbiettivi dell’Agenda digitale 2020 sono fortemente a rischio.